La necessità di misurare l’impatto dei club
– A cura di Luigi Pignatelli
La Commissione Distrettuale per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio del Distretto 2031, in questo Anno Rotariano, ha concentrato i suoi sforzi sull’aumento della consapevolezza riguardo alla sostenibilità tra i dirigenti di club e i soci, con l’obiettivo di migliorare le pratiche a livello individuale, di club, distrettuale e anche nel sistema sociale ed economico di riferimento.
Il tema della sostenibilità si declina in tre sfere: sociale, ambientale e di governance. È ormai evidente che i comportamenti di individui e organizzazioni possono avere un impatto pregiudizievole su persone, comunità, generazioni future e natura. Focalizzandoci sulla componente ambientale, si è diffuso il concetto di impronta ecologica, applicabile a quasi ogni tipo di organizzazione e attività: produttiva, sportiva, di svago. In sostanza, l’impronta ambientale misura l’entità delle emissioni di gas climalteranti, l’uso inefficiente di risorse scarse e la produzione di rifiuti non riciclabili. Anche il Rotary International ha riconosciuto l’importanza di questo tema, istituendo la settima area d’intervento dedicata all’ambiente. Dalle precedenti considerazioni nasce il check-up ambientale che proponiamo ai club del distretto. Infatti, anche la vita di un Rotary Club ha un impatto ambientale, e il prenderne coscienza è il punto di partenza per un miglioramento. Il check-up permette al club di autovalutare in modo qualitativo l’impronta ambientale delle sue attività, ossia la vita associativa e i service che realizza. Non si tratta di un insieme di regole o di una pagella, ma di uno strumento per accrescere la consapevolezza. Il check-up è un questionario composto da circa venti domande, suddivise in tre sezioni: eventi aggregativi, service e governance. Il risultato è una mappatura che può spingere il club a riflettere e, se necessario, intraprendere azioni di miglioramento. Oltre alla propria vita associativa, ogni club interagisce con molti altri soggetti, come fornitori e partner, creando un vero e proprio ecosistema. Il nostro check-up tiene conto anche di questa dimensione. È infatti prassi diffusa per le organizzazioni considerare non solo la propria impronta ma anche quella delle catene di relazioni con cui sono coinvolte. Alcune delle domande del nostro check-up, quindi, riguardano soggetti esterni al club, come i fornitori di ristorazione e mobilità, i partner dei service e anche i destinatari degli stessi. Questo aspetto è decisamente rilevante, in quanto la forza di un movimento che coinvolge tanti club e centinaia di membri sta proprio nell’indurre una trasformazione nell’ecosistema con cuiinteragiscono. Si suggerisce, ad esempio, che potrebbe risultare efficace far comprendere a un potenziale fornitore di non essere stato scelto perché un concorrente possiede una migliore impronta ambientale, ma che, qualora si adeguasse, potrebbe essere favorito in futuro. In pratica, chiediamo ai soggetti esterni quanto siano attenti alla sostenibilità e di darne evidenza, anche attraverso certificazioni specifiche.
Tutte le 7 aree di intervento del Rotary prevedono la realizzazione di service dedicati. Tuttavia, la tutela dell’ambiente è l’unica che consente un’azione diretta attraverso i comportamenti individuali quotidiani: ogni gesto, più o meno virtuoso, ha infatti un impatto concreto sull’ambiente. Il punto di partenza è la consapevolezza che il proprio comportamento conta. Questa presa di coscienza porta con sé due effetti fondamentali: da un lato, l’adozione di stili di vita più sostenibili; dall’altro, una maggior comprensione delle dinamiche ambientali che guidano le politiche pubbliche, stimolando una partecipazione attiva – anche attraverso il voto – a scelte di lungo periodo, magari impegnative nell’immediato, ma positive per il futuro. Gli effetti di questa maggiore consapevolezza, promossa dal nostro check-up, si manifestano su tre livelli: nella vita del club come organizzazione, nei singoli soci come individui anche al di fuori dell’esperienza associativa, e nell’ecosistema di relazioni (persone e organizzazioni) che ruotano intorno al club.
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