Energia e acqua per il Senegal

– A cura di Annalisa Petullà

Durante un seminario distrettuale, uno dei relatori sottolineò l’importanza dei Global Grant quale mezzo d’intervento nei Paesi in via di sviluppo. Una sua frase mi colpì particolarmente: «Non sprecate il know-how di Global Grant riusciti, ma replicateli». Il mio Club, il Parma Est, aveva appena concluso con successo un Global Grant in Burundi, il cui obiettivo era combattere la povertà attraverso l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici. Perché non replicare l’esperienza anche in Senegal? La mia conoscenza di questo Paese risale agli anni 2000 quando, da socia del Rotary Club Sant’Angelo Lodigiano – all’epoca vivevo a Milano – mi venne affidato l’incarico di seguire un service proprio in Senegal. Allora il Paese versava in condizioni di quasi totale mancanza di infrastrutture e gli abitanti dei villaggi tradizionali vivevano in condizioni di estrema povertà e abbandono. Vi andai sei volte per organizzare e seguire gli interventi decisi dal club nella zona dei villaggi rurali e tradizionali della regione di Fatick. Ebbi così l’opportunità di conoscere il Paese, i suoi abitanti, e di legarmi affettivamente ad alcuni di loro.

Dopo il Covid, sentivo sempre più forte il desiderio di promuovere questo Global Grant, anche grazie al consenso ricevuto dal distretto e dall’attuale Governatore Alberto Azzolini. Così, a gennaio, dopo 17 anni, sono tornata in Senegal per verificare di persona la fattibilità di un possibile intervento. Ho trovato un Paese in evoluzione, con alcune infrastrutture finalmente realizzate: le principali vie di comunicazione sono asfaltate, le connessioni con il resto del mondo sono state potenziate grazie anche alla costruzione del nuovo aeroporto Blaise Diagne, l’offerta turistica si è sviluppata e la rete idrica è stata migliorata. Ma resta ancora molto da fare, soprattutto sul fronte dell’elettrificazione delle zone più lontane dai principali centri abitati.

In Senegal esistono ancora oltre 14.000 villaggi, tra rurali e tradizionali, privi di accesso all’energia elettrica. E sappiamo bene quanto ogni attività umana dipenda dall’energia: la sua mancanza ostacola lo sviluppo socioeconomico, limita l’accesso degli studenti alle tecnologie didattiche e incide sulla sicurezza, specialmente delle donne, più vulnerabili e soggette ad aggressione nelle strade prive di illuminazione. Costringe inoltre al ricorso a fonti energetiche derivate da combustibili fossili, con effetti nocivi sulla salute e sull’inquinamento. L’uso quotidiano della legna, infine, comporta l’abbattimento degli alberi, accelerando la desertificazione di molte aree del Paese. Il progetto di questo Global Grant non pretende di risolvere il problema energetico del Senegal, ma intende rispondere concretamente e nell’immediato all’urgente bisogno di accesso all’energia, che ho potuto verificare personalmente, contribuendo attraverso alcuni step.

Il primo prevede un processo di formazione specializzata, avviato presso l’Istituto IMEM del CNR di Parma e poi trasferito alla struttura di supporto locale nel villaggio di Thiamène (regione di Fatick). Qui verranno installati piccoli pannelli fotovoltaici in grado di produrre l’energia sufficiente per l’illuminazione e la ricarica di cellulari, computer e tablet. È inoltre previsto un intervento mirato per garantire l’autonomia energetica della struttura scolastica, bisognosa di apparecchiature per la didattica. Infine, verrà costruito un piccolo sistema, alimentato da energia fotovoltaica, per l’estrazione e la distribuzione di acqua destinata all’irrigazione. Il progetto non si limita ad attività assistenziali, ma promuove un percorso di empowerment delle comunità locali, fondato su un modello di sviluppo sostenibile e replicabile. Include anche la formazione di piccole imprese locali dedicate alla manutenzione degli impianti fotovoltaici: una risorsa fondamentale, soprattutto se si considera che molti pannelli installati in passato (soprattutto di provenienza cinese) oggi risultano inutilizzabili proprio per l’assenza di tecnici in grado di ripristinarne il funzionamento.

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