– a cura di Massimo Ballotta, Governatore Distretto 2060

È difficile in un momento come questo riuscire a interpretare la sollecitazione che ci viene dal nostro Presidente Mark Maloney: oggi è ancora possibile essere pronti ad agire. La pandemia costringe ognuno di noi, in tutto il mondo, a impegnarci per quanto nelle nostre possibilità. I medici e i dirigenti sanitari soci dei nostri club sono tutti in prima linea a combattere quest’emergenza e risulta difficile pensare che possano dedicare altro tempo per il Rotary. La lotta al Covid-19 ci ha fatto scoprire e vivere situazioni che mai avremmo immaginato. La peste e la caccia agli untori che erano solo pagine del capolavoro di Manzoni si sono ripresentate in tutta la loro attualità e stanno tristemente riempiendo la nostra quotidianità strappandoci dalle nostre attività e talvolta dai nostri affetti. È uno scenario da fine di mondo che il cinema ha saputo evocare molto bene negli ultimi anni con vari film sulle epidemie. Il cinema, come faceva il teatro nelle società classiche, serve a esorcizzare le paure: mette in scena l’orrore, per farcelo vivere senza che i suoi effetti siano reali e permanenti. Ma quando l’orrore esce dalla scena ed entra nel mondo, tutti i confini possono saltare. Anche quelli tra realistico e reale, credibile e verificato, possibile e accaduto. Tanti soci rotariani sono impegnati in prima linea nei servizi essenziali di questa emergenza e a loro va il nostro ringraziamento e la nostra ammirazione per l’enorme impegno profuso, a noi spetta la cosa più importante e più semplice che possiamo fare in questo momento: stare in casa con la convinzione che non ci si salva da soli. Stando a casa non salviamo soltanto noi, ma impediamo che il contagio raggiunga altre persone, magari indifese. E il nostro Rotary cosa sta facendo? Non dimentichiamoci che i club e il Distretto sono fatti da ognuno di noi e quindi ognuno può fare qualcosa. Il Distretto 2060 si è impegnato in iniziative trasversali per tutto il territorio triveneto (sono in distribuzione le prime 150.000 mascherine ordinate) e nel frattempo ha lasciato liberi i club per qualsiasi tipologia d’iniziative che potessero alleviare o sollevare le necessità del territorio. La scelta è stata quella di cercare di non farsi prendere dalla frenesia di fare una cosa qualsiasi purché si possa dire di aver fatto qualcosa. Non è importante in questo momento raccogliere medagliette, viceversa diventa fondamentale identificare quelle iniziative che siano di effettivo aiuto alla comunità. Siamo sollecitati a mettere mano al portafoglio, donare e sentirci a posto con la coscienza, ma, a noi rotariani, viene anche chiesto di scendere in campo in prima persona mettendo a disposizione della collettività le nostre competenze e professionalità: fare servizio e non solo beneficenza. Vi sono numerose storie di soci impegnati in prima linea, da Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, socio del Club di Udine Patriarcato, ai tantissimi medici soci dei vari club che giornalmente impegnano ore e ore per cercare di salvare vite e fermare la diffusione del virus. Numerosi club hanno deciso di devolvere le quote destinate alle conviviali non svolte a iniziative locali per l’acquisto di materiali di prima emergenza per le Aziende Sanitarie. Soci imprenditori che si sono attivati con i loro contatti esteri per far arrivare dispositivi di protezione individuale. Un socio del Club di Padova Nord, Andrea Crisanti, virologo di fama internazionale, ha definito un metodo di diagnostica del Covid-19 per individuare i positivi asintomatici ma purtroppo contagiosi. Contemporaneamente sono numerosi i soci che hanno contratto il virus e che in questo momento stanno combattendo la loro lotta per continuare a vivere. Siamo vicini a loro e alle loro famiglie.
Altri ancora, pur colpiti dall’infezione, ma asintomatici, continuano a dare il loro contributo di esperienza e di conoscenza dalla loro quarantena. Siamo tutti in prima linea e in questo senso trovo il Rotary pronto ad agire. Termino con una riflessione di un nostro socio (Luigi) che giornalmente combatte l’epidemia: «Con il senso civico che ci accomuna, continuiamo giorno dopo giorno a disporre tutte le nostre risorse e il nostro cuore al servizio della comunità. Sono solo uno dei tanti padri di famiglia, rotariani, medici in attività oggi nel mondo. Ognuno di noi faccia la sua parte, nessuno escluso, anche semplicemente stando a casa chi non può fare altro. Uniti e solidali, insieme ce la faremo». C’è un ultimo scatto che il Rotary deve fare e trasmettere. È lo scatto della fiducia!

Leggi l’approfondimento “Gestire l’ospedalizzazione” del Rotaract San Donà di Piave – Portogruaro – Jesolo

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