– a cura di Valerio Cimino, Governatore 2110

La lotta al coronavirus ci ha fatto scoprire e vivere situazioni che mai avremmo immaginato.
La peste e la caccia agli untori che erano solo pagine del capolavoro manzoniano si sono riproposte in tutta la loro attualità.
L’uomo, dominatore della natura, si è ritrovato di colpo tanto piccolo da essere preda di un microscopico virus. Un filamento di RNA che ha bloccato l’economia, fatto crollare le borse di mezzo mondo, bloccato gli spostamenti.
Già il 24 febbraio all’inizio dell’epidemia, a tutela della salute, ho fatto delle scelte difficili come annullare i seminari su effettivo e comunicazione, quando ancora non erano state poste limitazioni.
La paura ci ha, poi, costretti al distanziamento sociale, lontani gli uni dagli altri. Spesso non riusciamo ad accettare che la cosa più importante e più semplice che possiamo fare in questo momento è rimanere a casa.
Alcuni di noi non hanno questo privilegio perché svolgono quelli che sono definiti “servizi essenziali” e si trovano “sul fronte” di questa guerra al virus.
Molti si chiedono cosa fa il Rotary, il proprio e gli altri club, il distretto… come se il club o il distretto non sia fatto da ognuno di noi. Numerose le richieste di donazioni di mascherine, gel igienizzanti, apparecchiature grandi e piccole, denaro per questo o quell’ospedale, ecc.
Proliferano gli speculatori che traggono profitto dall’emergenza.
Credo che il Rotary debba essere presente cercando di lasciare un segno visibile nelle comunità, dando una mano dove occorre.
Non dobbiamo, però, farci prendere dalla frenesia di fare una cosa qualsiasi purché si possa dire di aver fatto qualcosa. Non è il momento delle medagliette.
Occorre, invece, agire con molta razionalità, ottimizzare le scarse risorse che abbiamo puntando su iniziative, piccole o grandi, che siano di effettivo aiuto alla comunità.
Siamo sollecitati a mettere mano al portafoglio, donare e sentirci a posto con la coscienza, ma, a noi rotariani, viene anche chiesto di scendere in campo in prima persona mettendo a disposizione della collettività le nostre competenze e professionalità. Fare servizio e non solo beneficenza.
Potrebbe essere necessario sostituire il personale colpito dal virus per continuare a garantire tutti i servizi essenziali, potremmo essere necessari noi.
Ho scritto al Presidente della Regione per mettere a disposizione le nostre professionalità e ho sentito diversi dirigenti della protezione civile. Sto lavorando su diverse possibili iniziative che mirano ad alleviare alcune delle tante necessità e spero che in questi giorni, almeno alcune di queste iniziative, possano concretizzarsi.
Invito tutti voi a continuare a mantenere i consueti contatti all’interno dei club attraverso riunioni telematiche dei direttivi e caminetti online, a coltivare gli ideali di amicizia e di servizio che ci contraddistinguono, a rafforzare il senso di appartenenza al Rotary.
Non lasciamo che queste settimane, o forse mesi, scorrano nell’inattività, ma approfondiamo i nostri valori e programmiamo il futuro.
I giorni che stiamo vivendo segneranno un cambiamento epocale. Il nostro modo di vedere la realtà, le nostre priorità, i nostri obiettivi non saranno più gli stessi.
Dopo la pandemia dovremo contribuire a ricostruire il tessuto economico della nostra nazione, a riallacciare i rapporti di fiducia tra i diversi Paesi del mondo, riprendere le nostre consuete attività riscoprendo il valore dell’incontro e dell’amicizia, continuare a servire al di sopra di ogni interesse personale con una particolare attenzione agli ultimi che, come sempre accade, sono quelli che pagano di più nelle situazioni critiche.
Da una crisi nascono molte opportunità che dovremo cercare di cogliere, per far in modo che il Rotary possa continuare a svolgere un ruolo importante nella società.

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