Una formidabile occasione di crescita

– A cura di Natale Spineto, Governatore Distretto 2032

In prossimità del termine del mio mandato non mi soffermerò sui tantissimi progetti realizzati, sull’incredibile capacità operativa dei club, sulle raccolte fondi a favore della campagna di eradicazione della poliomielite che hanno raggiunto livelli altissimi, sull’effettivo in grande crescita, sui tre nuovi club creati, sulla collaborazione fantastica con i giovani, sulla moltiplicazione della presenza nei social, sulle tante cose che si possono facilmente leggere nei dati statistici. Vorrei invece proporre qualche riflessione sull’idea che mi sono fatto del Rotary durante quest’anno rotariano grazie alla collaborazione intensa con i club, la frequentazione delle loro conviviali, la conoscenza dei soci. 

Ciò che ho notato in maniera sempre più evidente è l’estrema diversità di esperienze che il Rotary racchiude. A partire da quelle di servizio: c’è chi pulisce le spiagge o i greti dei fiumi, chi offre le proprie competenze per campagne di prevenzione, chi senza muovere un dito finanzia attività benefiche importanti, chi fa tutto questo e tanto altro. Si incontrano club che puntano sull’offerta di programmi d’incontri di altissimo livello grazie ai quali i soci possono discutere problematiche scottanti con i maggiori specialisti mentre altri considerano prioritarie le iniziative di raccolta fondi o la realizzazione di attività nelle quali rimboccarsi le maniche, alcuni sono proiettati in una dimensione internazionale e altri si prendono cura essenzialmente del loro territorio, certi club investono sulla convivialità e certi preferiscono la frugalità. E poi i soci: ho trovato professionisti e imprenditori, artisti, musicisti e scrittori, commercianti e insegnanti, dirigenti e impiegati, funzionari pubblici e militari, lavoratori in attività e pensionati, e, in generale, esponenti di tutti i tipi di attività lavorative, da chi non ha ancora trent’anni a chi ne ha quasi cento.

In questa varietà incontenibile di esperienze, atteggiamenti e prospettive, chi ha ragione? Chi agisce in maniera più conforme allo spirito e ai principi del Rotary International? Molte persone che ho incontrato ritengono, sulla base del loro vissuto rotariano, della loro idea di società, del loro modo d’intendere le cose, che sia necessario insistere su un modello dominante, inteso come principio d’ordine al quale ricondurre gli altri, considerati meno efficaci, più deboli e criticabili: è l’idea del Rotary-monolite. La mia risposta va in senso contrario: ciò che ho potuto constatare in quest’anno di visite e di conoscenza capillare del distretto è che la vera ricchezza del Rotary, quello che dà a ciascuno di noi le maggiori opportunità di crescita (che è poi lo scopo per cui ci associamo) è proprio l’incoercibile molteplicità di esperienze di vita, professionali, organizzative che il nostro sodalizio consente e concilia.

Ma come si fa a mettere insieme cose così eterogenee? Non è contraddittorio? Mi hanno sempre impressionato alcuni versi di Walt Whitman, autore apprezzato anche da Paul Harris, che dicono: “Mi contraddico? E va bene, mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini”. Ognuno di noi contiene moltitudini, e così anche il Rotary. Credo addirittura che nell’attuale crisi degli ideali umanistici stia in questo riconoscimento dell’irriducibile pluralità dell’umano, come recita il titolo di un testo redatto da un illustre antropologo che è stato ospite al nostro congresso, la possibilità di riproporre al giorno d’oggi quell’umanesimo del quale il Rotary è sempre stato il difensore. Si tratta di una proposta culturale ma anche operativa, e penso che sia la più adatta a rispondere alle esigenze della società attuale, che è, appunto, una società le cui criticità, ma anche risorse, scaturiscono proprio in gran parte dalla sua natura frammentaria e plurale.

Ma per garantire e gestire questa pluralità bisogna avere la forza di farlo (è più facile, infatti, ridurre tutto a un unico modello) e poter contare su un punto di riferimento, un faro che orienti la nostra azione, nella sua varietà, senza ricadere nel concetto di Rotary-monolite. La nostra forza è la convivialità di fondo, il piacere della condivisione di interessi, gusti, idee. Ecco lo spirito del nostro sodalizio, quella base solida che ci consente di gestire l’infinita potenzialità del nostro essere diversi e plurali: il Rotary non è un contenitore asettico di una serie eterogenea d’ingredienti, ma il luogo in cui, grazie alla disponibilità di ciascuno di noi a intensificare i rapporti con gli altri, le molteplicità si correlano e si collegano creando nuove connessioni, dai risultati non sempre prevedibili, in cui si stringono e si moltiplicano rapporti che nell’associazione professionale o nella nostra cerchia di frequentazioni non avremmo mai avuto, con la conseguenza inevitabile di aumentare la voglia di realizzare insieme qualcosa di bello. Quanto al faro, alla bussola che dà una direzione al nostro impegno plurale, da sempre il Rotary ci propone i principi della correttezza, della probità, del rispetto per il prossimo: quello che Herbert J. Taylor, nel 1932, aveva voluto esprimere con la Prova delle Quattro Domande, sempre attualissima e per noi qualificante.

Ecco quanto mi sento di dire alla fine di questo bellissimo anno, che è stato per me, grazie alla collaborazione con i presidenti e i soci, un’occasione formidabile di crescita.   

Tutti i progetti >