L’unione di nove club

– A cura di Francesco Zanotti

Il futuro va costruito guardando più in là: da questa convinzione del Dott. Francesco Canova di Schio (Verona) è nato nel 1950 Medici per l’Africa – CUAMM. «Perché proprio l’Africa?» si è chiesto don Dante Carraro, l’attuale direttore. «Perché è il collo di bottiglia della sanità nel mondo».
Di CUAMM e dell’argomento sanità nel continente africano e dell’operazione del Rotary Polio Plus si è parlato martedì 25 ottobre in un Interclub promosso dal Rotary di Forlì, tradizionalmente legato ad eventi importanti sul tema, ora presieduto da Filippo Cicognani. La serata si è tenuta in concomitanza del World Polio Day (24 ottobre), al quale i club del Distretto 2072 hanno risposto con iniziative mirate, declinate su vari fronti, e ancora più importanti, visto il subdolo e impensabile ritorno di casi di polio, a New York e Londra.
Alla serata, che aveva il patrocinio del Distretto 2072, hanno dato la loro adesione anche i Club di Cesena, Cesena-Valle del Savio, Valle del Rubicone, Cesenatico Mare, Cervia-Cesenatico, Forlì Tre Valli, Faenza e Castelbolognese. Tra i numerosi ospiti erano presenti il Governatore dell’annata 2020/2021 Adriano Maestri e gli attuali Assistenti del Governatore Gianluca Ginestri e Tiziana Casadio.
In apertura il socio Salvatore Ricca Rosellini ha ricordato l’impegno di tutto il Rotary nella battaglia per l’eradicazione della polio nel mondo. Un lavoro che ha visto in prima fila anche i club della Romagna fin dagli anni Ottanta.
Don Dante Carraro ha descritto in numeri l’attività del CUAMM: 23 ospedali, 123 distretti sanitari, 3 scuole per infermieri, oltre 1.100 strutture sanitarie, un’università, 43 Paesi di intervento. «Il nostro obiettivo – ha detto il medico-sacerdote specializzato in cardiologia, classe 1958, padovano di nascita – è tutelare e promuovere la salute della popolazione africana. Al centro del nostro interesse ci sono le mamme e i bambini. Ci interessa l’Africa subsahariana, non quella del nord o quella ricca del sud».
«Non cresce mai il continente africano?» si è chiesto a voce alta il direttore del CUAMM, cogliendo un’obiezione diffusa. «Nessuno racconta mai dell’Africa che aiuta l’Africa. Oggi la maggior parte dei nostri medici viene dai paesi limitrofi, formati nelle nostre scuole».
Poi, a seguire, la confessione, che è anche un impegno per ogni singolo rotariano: «Nel mio piccolo voglio rispondere ai grandi problemi del mondo. Sapete che significa vedere un bambino morire di tetano? Gli si bloccano tutti i muscoli facciali. Sembra che ti sorrida, quando invece sta morendo». Arriva la decisione della vocazione, di dare tutto per placare il disagio che avvertiva quel giovane inquieto. «Se posso spendere la mia vita per uno di questi bambini, lo voglio fare». Da qui la richiesta di aiuto per i giovani da formare. Per dare una speranza a loro e ai loro Paesi. Argomento quanto mai attinente anche alla polio e alla sua eradicazione.

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