L’Assemblea internazionale di San Diego è stata un momento di approfondimento e di studio, che ci ha permesso di trovare soluzioni concrete per problemi comuni. Conserverò di questo appuntamento alcuni ricordi incancellabili: la sfilata dei Governatori divisi per nazionalità, ognuno con la bandiera del proprio Paese; la cena nelle famiglie rotariane organizzata dai club di San Diego; l’incredibile opportunità che ci è stata offerta di scambiare idee e riflessioni con uomini e donne provenienti da tutto il mondo; le lunghe sedute di formazione nelle sale del Manchester Grand Hyatt Hotel, che ci ha accolto per una settimana. Ma soprattutto porterò per sempre con me i volti e gli sguardi di centinaia di rotariani con storie, sensibilità, culture, attitudini e idee molto diverse eppure tanto simili tra loro. Somiglianza spiegabile in un solo modo: tutti i rotariani, in ogni angolo del mondo, danno le stesse risposte al Test delle Quattro Domande.
Il tema presidenziale 2020-2021, si è detto a San Diego, è “Il Rotary crea opportunità”. Il Presidente Eletto del Rotary International, Holger Knaack, ha lanciato una sfida ambiziosa: approfittare delle numerose opzioni offerte dal Rotary per realizzare cambiamenti nel mondo. Dunque, quando ripenso a quei giorni, mi tornano alla mente alcune parole: flessibilità, sostenibilità, inclusione, rivoluzione. E un obiettivo: uscire dalla nostra zona di comfort. Flessibilità, perché nei prossimi anni il Rotary dovrà essere capace di adattarsi alla mutazione profonda del nostro modo di vivere che è già in atto da tempo nella società. Sostenibilità, perché questo adattamento dovrà avvenire in armonia con l’ambiente che ci circonda. Inclusione, perché dovremo essere capaci di aprirci alle nuove generazioni, ai millenials che sono il nostro futuro, offrendo loro un sogno realizzabile da condividere con i soci più anziani.
Rivoluzione, cioè l’unica strada che oggi è ragionevole percorrere per guidare il cambiamento. Paul Harris lo aveva capito fin dall’inizio: «Ogni tanto dobbiamo essere rivoluzionari». Il Rotary ci darà tutte queste opportunità.
E noi saremo pronti a coglierle. L’obiettivo è uscire dal territorio già conosciuto, aizzare le vele e affrontare il mare aperto. Proporre, cioè, ai nostri club grandi innovazioni che siano immediatamente realizzabili. Penso a nuove forme di partecipazione dei soci da affiancare a quelle tradizionali.
Nuove forme che consentano ad esempio ai più giovani di versare soltanto i contributi obbligatori al Rotary International e al Distretto, per poi pagare di volta in volta le cene a cui partecipano.
Penso alla possibilità di venire giudicati non per la quantità di presenze alle conviviali ma per il numero e la qualità dei progetti realizzati. Penso a soci che intervengono alle riunioni anche via Skype e a colazioni di lavoro da inserire nei programmi mensili assieme alle serate di gala. Penso insomma a club che riescano a dotarsi delle strutture organizzative necessarie per incidere in modo radicale nella vita delle loro comunità. A San Diego ho capito che il futuro va guidato. E che i sogni sono la nostra unica speranza.

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