L’iniziativa della Commissione Giovani e Prevenzione Andrologica

– A cura di Daniela Tranquilli Franceschetti

Dal 2005, con l’abolizione della leva e della conseguente visita che rappresentava il primo contatto con l’andrologo e consentiva uno screening sulla popolazione giovanile su vasta scala delle principali patologie andrologiche, la diagnosi precoce in questo ambito è quasi completamente venuta meno. Oggi molte patologie maschili facilmente curabili che, se trascurate, possono sviluppare problemi importanti per il futuro (primo tra questi la difficoltà di procreare), faticano ad essere individuate. I dati ci dicono che quasi l’80% dei diciottenni dichiara di non aver mai effettuato una visita andrologica di controllo e che, addirittura, quasi la metà degli intervistati non conosce il significato del termine “andrologo”. Si ricorre allo specialista solo tardivamente, il che condiziona negativamente il decorso di un’eventuale patologia con conseguenze sulla capacità riproduttiva. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) negli ultimi anni l’infertilità di coppia è aumentata significativamente: nel mondo occidentale circa il 15%-20% delle coppie in età fertile ha difficolta nell’avere una gravidanza. Anche l’Italia rientra in questo quadro. Il progetto, nato da un’idea interdistrettuale nell’AR 2020/2021, sta proseguendo con successo nel Distretto 2080 prevedendo quest’anno anche un approfondimento sul tema delle infezioni sessualmente trasmesse che coinvolge le giovani ragazze partner, mirando a rafforzare le varie campagne istituzionali già in atto per raggiungere il maggior numero possibile di giovani e offrire loro la opportunità di una vita sana.

Grazie all’azione di tutti i Club Rotary e Rotaract delle tre zone del Distretto 2080 in collaborazione tra loro e in sinergia con associazioni idonee, vengono attuate azioni mirate per:

  • sensibilizzare i giovani dai 18 anni in poi sulla necessità di uno screening andrologico tempestivo. A tale scopo vengono organizzati incontri nelle scuole superiori o nelle Università, negli oratori, nelle palestre nei circoli sportivi o in altri punti di interesse giovanile. Negli incontri, il progetto è illustrato da andrologi, urologi, endocrinologi, medici di famiglia rotariani e non;
  • coinvolgere per lavorare nel progetto i rotaractiani, primi fruitori dell’iniziativa, anche tramite i loro social network;
  • creare un patrocinio con le ASL per avere visite gratuite o in convenzione;
  • distribuire la brochure nelle scuole, nelle farmacie, nelle palestre, nelle Università, negli studi dei medici di famiglia, negli studi dei rotariani e non;
  • elaborare i dati che potranno essere oggetto di un convegno a fine anno.

Tra gli obiettivi principali raggiunti, il coinvolgimento delle ASL che, riconoscendo la bontà dell’iniziativa, hanno messo gratuitamente a disposizione i loro ambulatori, il che ha consentito di offrire uno screening ad oltre 1.000 ragazzi.

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