Lavarsi regolarmente le mani con il sapone potrebbe salvare dalla morte 900mila bambini ogni anno, la metà del milione e ottocentomila bambini che perdono la vita annualmente nel mondo per malattie connesse alla carenza di igiene. Studi internazionali indicano che il semplice lavarsi le mani risulta essere l’intervento più efficace in assoluto per prevenire le malattie, più delle stesse campagne di vaccinazione. Nasce così negli Stati Uniti l’organizzazione non governativa Global Soap, che raccoglie negli alberghi le saponette adoperate anche una sola volta dagli ospiti, le ricondiziona e le distribuisce nei Paesi del terzo mondo. Il Rotary Club di Fasano, sotto la presidenza di Andrea Belfiore e per iniziativa del suo socio Stefano L’Abbate, contitolare del saponificio GS L’Abbate, ha dedicato un service all’iniziativa sponsorizzando il ricondizionamento di oltre 500 chili di saponette e la loro consegna alla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi. L’enorme deposito di Brindisi, United Nations Humanitarian Responde Depot, è uno dei cinque collocati strategicamente in altrettanti punti del mondo, vicini a porti e aeroporti internazionali, dove si raccoglie e si conserva il materiale pronto a essere spedito in poche ore nelle zone di crisi umanitarie. Stefano L’Abbate, maratoneta ultraottantenne, vincitore di diverse gare internazionali, è venuto a conoscenza del progetto della Global Soap e si è proposto di dare una mano, con il sostegno del Rotary Club di Fasano. Il presidente Andrea Belfiore ha aderito all’iniziativa, chiedendo solo che una piccolissima parte delle 5.200 saponette da 100 grammi ricavate rimanesse a Fasano. E così cento saponette sono state consegnate a maggio alla casa di prima accoglienza Madre Teresa di Calcutta di Fasano. La casa, che fa parte della rete di strutture dell’associazione Giovanni XXIII fondata da Don Benzi, ha dodici posti letto e ospita ogni anno per circa 40 giorni in media una cinquantina di bisognosi: anziani soli, persone senza fissa dimora o con problemi di salute, donne vittime di violenza, detenuti con pene alternative. Una metà delle spese viene coperta dalla diocesi, l’altra dagli stessi ospiti che si attivano per raccogliere presso il mercato ortofrutticolo all’ingrosso, i panifici e i supermercati derrate alimentari invendute. Andrea Belfiore

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