L’obesità e il diabete mellito sono malattie croniche non trasmissibili che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente definito come “nuova epidemia”. Sono considerati un vero problema sociale globale, un’emergenza sanitaria che compromette la qualità della vita delle generazioni future. La prevenzione di queste malattie è necessaria per il mondo di domani.
Il numero complessivo di persone obese è aumentato notevolmente negli ultimi anni soprattutto nelle aree urbane; centinaia di milioni di persone nel mondo hanno gravi problemi di obesità. Preoccupa il fatto che una buona percentuale di questi siano bambini e adolescenti (40 milioni di bambini sotto i quattro anni hanno già problemi di peso).
Una particolare attenzione va quindi rivolta all’età pediatrica, perché l’aumento di peso in questa fascia di età segna, per il futuro, la strada verso l’obesità e il diabete.
Nell’età pediatrica il sovrappeso e l’obesità determinano conseguenze endocrine (prediabete, diabete mellito, sindrome metabolica, iperandrogenismo, alterazioni della crescita e della pubertà), cardiovascolari (ipertensione, malattia coronarica), gastrointestinali (epatopatia non alcolica, colelitiasi). A queste si aggiungono quelle polmonari, neurologiche, ortopediche, dermatologiche e psicosociali. Poiché l’eccesso di peso si associa anche ad aumento della morbilità e della mortalità per cancro è possibile che il sovrappeso e l’obesità possano contribuire alla comparsa di neoplasie specifiche anche in età giovanile. L’espansione dell’obesità a livello mondiale potrebbe, pertanto, determinare un notevole ed imminente aumento di tumori in questa fascia di età.
Il contemporaneo aumento del diabete mellito ci dice che siamo di fronte a una doppia epidemia metabolica: nelle zone in cui vi è aumento del sovrappeso e della obesità si sviluppa anche il diabete la cui prevalenza nel mondo aumenta ad un ritmo allarmante. È quasi raddoppiata dagli inizi del 2000 al 2017 (dal 4,6% al 9,0%).
Tra i fattori responsabili di questo aumento vanno sottolineati: l’invecchiamento della popolazione, le differenze socioeconomiche e culturali e, soprattutto, l’alimentazione poco sana e l’attività fisica sempre più scarsa. La progressione della obesità verso il diabete viene efficacemente influenzata dalle modificazioni dello stile di vita: riduzione del peso con la dieta (diminuzione di grassi saturi e aumento delle fibre) e incremento della attività fisica.
Poiché l’obesità è il principale fattore di rischio per il diabete la lotta contro questa malattia deve iniziare da qui.
Secondo una risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2012, il diabete è tra le quattro principali malattie non trasmissibili. Nella stessa risoluzione si raccomanda «la prevenzione da attuare in età precoce attraverso l’educazione scolastica all’alimentazione sana e all’attività fisica, la diagnosi precoce e il trattamento del diabete, sia per la popolazione generale che per le categorie ad alto rischio particolare».
E ancora, più recentemente, la Commissione Affari sociali del Senato della Repubblica (con la risoluzione n. 800003) ha investito il Governo «a intraprendere interventi urgenti ed incisivi per contrastare la diffusione dell’obesità, investendo nella prevenzione, anche con il coinvolgimento attivo di settori della società esterni al sistema sanitario, sia istituzionali che della società civile; ad intervenire con iniziative normative, formative e informative, per diffondere la conoscenza sui rischi di obesità, soprattutto nella fascia giovanile e adolescenziale, derivanti da un’alimentazione scorretta, sbilanciata o eccessivamente calorica; a sostenere e incoraggiare, presso le scuole e gli istituti di formazione, progetti didattici legati all’educazione alimentare».
Sulla base di queste raccomandazioni e tenuto conto della prevalenza dell’obesità e del diabete mellito nel territorio del nostro Distretto 2120 (Puglia e Basilicata) è stato attivato un progetto distrettuale per la prevenzione dell’obesità e del diabete mellito attraverso la correzione delle cattive abitudini alimentari e lo sviluppo dell’attività fisica. Vi partecipano i club del Distretto.
Il progetto, che si inserisce nella area focus relativa alla prevenzione e cura delle malattie, si propone di realizzare un intervento di prevenzione attraverso le modificazioni degli stili di vita dei giovani in età scolare. È realizzato, per la maggior parte, grazie all’impegno personale dei rotariani del distretto e con i fondi provenienti dalla Fondazione Rotary.
Con questo progetto si vuole sottolineare il ruolo determinante della prevenzione per le malattie ad alta diffusione prima che queste acquistino vigore e producano danni irreversibili.
Il progetto, di durata pluriennale, si articola in tre fasi e:
Prima
a) Identificazione degli Istituti scolastici e delle Scuole secondarie;
b) Incontri preliminari dei dirigenti dei club con il preside, il personale docente della scuola e gli alunni delle classi prescelte per l’illustrazione del progetto e dei metodi di esecuzione.
Seconda
a) Raccolta dei dati antropometrici: misurazione del peso e dell’altezza e calcolo del BMI (body mass index);
b) Compilazione del questionario in anonimo su abitudini alimentari e attività fisica.
Terza
Informazioni relative a:
a) corretta alimentazione;
b) incremento della attività fisica.

Attualmente sono in elaborazione statistica i primi dati raccolti.

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