Un anno vissuto con spirito di dedizione e professionalità

– A cura di Marco Ronco, Governatore del Distretto 2031 AR 2022/2023

Racchiudere in poche parole un Anno Rotariano vissuto da Governatore non è semplice. Questo anno è volato, sembra ieri quando indossavo con un po’ di timore e di commozione il collare da Governatore e ora siamo già arrivati alla fine. Un anno fantastico, molti i progetti realizzati e numerosi gli eventi formativi e ludici che hanno coinvolto un buon numero di soci. Durante questo anno, nelle lettere del Governatore, ho continuato a richiamare i valori dell’essere rotariano e credo che anche qui si debba sottolineare che essere rotariani vuol dire vivere con spirito di dedizione la nostra partecipazione a questa meravigliosa associazione di volontari pronti a offrire la propria professionalità e il proprio tempo a vantaggio della comunità. Tutto questo senza trarre vantaggio per sé stessi e senza cercare in ogni modo la ribalta. Devo dire che in questo anno di peregrinazioni mi sono arricchito della conoscenza di molti soci di cui ricordo con commozione e con affetto il loro sorriso e le loro calde strette di mano, l’accoglienza è stata davvero splendida e mi sono sempre sentito in famiglia.

È stato un anno di cambiamenti e di sperimentazioni. Con il 1° luglio dello scorso anno, il Rotaract è diventato Rotary a tutti gli effetti, nel bene e nel male, abbiamo iniziato a recuperare i precedenti due anni segnati dalla pandemia Covid-19. Quel che è certo è che i membri del Rotaract non sono più i nostri “ragazzi”, non fanno più parte delle nuove generazioni, ma sono i nostri colleghi e si deve imparare a lavorare con loro. Una cosa curiosa e interessante è stata l’insistenza sulla diversità, equità e inclusione. Perché dico curiosa? Beh, nel corso degli anni Trenta il nostro Fondatore diceva: “Il Rotary è aperto a tutti”. Da quel giorno sono passati novant’anni e abbiamo dovuto specificare che tutti volesse dire senza distinzione di razza, di sesso, di religione, ecc. È triste quando si ha la necessità di chiarire e di definire: questo vuol dire che abbiamo ancora molto da fare per tornare a dire tutti. C’è poi l’inclusione. Certo, i soci devono partecipare alla vita del Rotary, devono avere il coraggio di farsi coinvolgere, anzi, devono pretendere di essere coinvolti, devono dire: eccomi, questa è la mia professionalità e sono pronto ad agire. Sovente ci si rivolge a società esterne per organizzare eventi formativi e non ci accorgiamo che tra di noi c’è chi già fa questa attività e non vede l’ora di servire il Rotary offrendo la sua professionalità.

L’anno è finito. Arrivo stanco, ma felice per la quantità d’affetto raccolta durante gli incontri con i soci nei vari Rotary Club. Concludo ringraziando tutti i rotariani che hanno consentito con la loro partecipazione di rendere questo anno splendido e indimenticabile.

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